giovedì 29 dicembre 2011

Prefazione al mio libro: Sul fiume Okavango e altre poesie. Versi d'amore e guerra

Questa è la prefazione che la bravissima autrice Monica Mazzanti ha scritto per il mio libro, pubblicato con la Casa editrice Opposto.net -collana Gli indaco - nel 2010. In questo blog sono raccolte le poesie contenute nel volume e altri miei testi. Ci tengo particolarmente a dire che questa piccola casa editrice ha puntato su di me totalmente , senza chiedere un centesimo né acquisto di copie per la pubblicazione.
Pubblicare senza contributo è davvero difficile, i no sono tanti e i furbi che vgliono arricchirsi sulle nostre spalle troppi.
Ma è ancora possibile riuscire, con tenacia ed impegno. :).



Prefazione: C’è un fiume Okavango nella vita di ognuno di noi. Basta coglierlo e interpretarlo. Così ha fatto Chiara Luciani, che il suo lo ha scovato, lo ha preso e l’ha metaforicamente utilizzato come spunto per dar vita a un piccolo prezioso libro di versi.

Versi d’amore e versi di guerra, facce contrapposte della stessa medaglia, come la vita e la morte. Amori perduti, lontani, sofferti. Gli amori dell’animo umano, tra uomini e donne, ma anche farciti di sogni, aspirazioni, ideali. Amori per i quali si lotta, talvolta, si muore.

Le guerre nuove, quelle dei deboli, quelle quasi private, da Piazza di Mayo a Belgrado; le guerre antiche, quelle dei pellirossa e delle vedette. La guerra come attualità, in questo ormai altro decennio di un nuovo secolo; la guerra che si rinnova, ancora, sempre e comunque, perpetuamente e orridamente umana.

In Storia di un amore Sole e Luna si rincorrono, ma non si toccano, come il giro della vita e della morte, come l’amore che si contrappone alla guerra, la guerra che è morte. Mal’orlo del sacco di juta è d’oro, e nessuna minaccia appare all’orizzonte.

Il fiume Okavango, quello che non si getta in mare, ma che porta in sé il limo fecondo, che dà vita al deserto perché, oltre la morte - a me piace pensare - rimane sempre e comunque il ricordo, che è sempre vita perché presenza che riempie l’esistenza. Che nelle guerre è sempre testimone di errore e orrore perché, infine, possa essere usato come vera grande arma di vita.

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